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Domande e Risposte (FAQ)
Cosa devo fare al momento della chiamata per il trapianto di fegato?

Quando da parte del centro trapianti vi è la segnalazione di un possibile donatore di organi, il paziente idoneo al trapianto viene contattato telefonicamente ad uno dei numeri telefonici forniti al momento della iscrizione in lista di attesa.
Al paziente verrà richiesto di riferire lo stato attuale di salute, con particolare attenzione a eventuali segni di infezione (febbre, tosse, lesioni cutanee), che potrebbero rappresentare una controindicazione momentanea al trapianto.
Secondo il tempo a disposizione dell’equipe dei chirurghi, che valutano il fegato del donatore e la lontananza del paziente dal centro Trapianti, si potranno scegliere diverse modalità di trasporto per l’arrivo del paziente in reparto.
Il paziente potrà raggiungere Ancona con la propria auto (si raccomanda di non guidare personalmente, per l’evidente stato di ansia), oppure potranno essere attivati trasporti speciali (ambulanza, aereo di linea o militare) tramite il servizio del 118, chiamato dal centro di coordinamento del centro trapianti.
All’arrivo in reparto, il paziente viene accolto dal medico di guardia e vengono eseguiti alcuni esami ematici, colturali e radiologici ed un elettrocardiogramma per controllare che lo stato clinico generale non sia cambiato dall’ultimo controllo e che non siano comparse controindicazioni al trapianto.
Prima dell’intervento sarà richiesto al paziente il consenso per l'esecuzione del trapianto con un organo che provenga da un donatore con caratteristiche particolari e per l'eventuale partecipazione a studi clinici condotti dai medici che si occupano di trapianto di fegato.

Prima dell’invio in sala operatoria il paziente verrà sottoposto ad un clistere evacuativo per la pulizia intestinale e ad profilassi antibiotica, ed ad una doccia con saponi particolari.
Il paziente deve rammentare che, talvolta, il fegato del donatore valutato dalla equipe chirurgica può risultare non idoneo al trapianto, con conseguente annullamento dell’intervento programmato e ritorno a casa con un nulla di fatto.
Tale situazione può ripetersi anche più volte.
Tutto questo viene fatto nell’interesse del paziente, infatti se si evidenzia un dubbio consistente sulla vitalità dell’organo o il rischio appare sproporzionato rispetto all’eventuale beneficio per il ricevente, il chirurgo può rifiutare fino all’ultimo momento di effettuare il trapianto.

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