L'ecografia endoscopica è un esame diagnostico che consente al medico di effettuare una ecografia direttamente all'interno dell’esofago, stomaco e duodeno, oppure del colon, diagnosticando e stadiando eventuali patologie di pertinenza gastroenterologica e non.
A tale scopo si utilizza una sonda, l’ecoendoscopio, che è come un gastroscopio munito in punta di telecamera e sonda ecografica, o, in alternativa, una sonda miniaturizzata (minisonda) che viene inserita all’interno di un endoscopio convenzionale.
Per poter visualizzare adeguatamente le strutture da studiare sarà posto intorno alla sonda ecografica un palloncino di lattice pieno d’acqua e/o sarà immessa direttamente una certa quantità di acqua libera nel viscere da esplorare.
Speciali ecoendoscopi consentono inoltre di effettuare un prelievo con ago sottile direttamente a livello delle strutture che vengono visualizzate durante l’esame.
Con questa metodica è possibile prelevare una piccola quantità di tessuto per l’esame citologico e/o istologico, aspirare liquido da cisti, pseudocisti o raccolte con finalità sia diagnostiche che terapeutiche.
Prima dell'esame potranno essere somministrati una piccola dose di anestetico locale sotto forma di spray e farmaci sedativi ed antidolorifici per via endovenosa (sedo-analgesia).
L'ecografia endoscopica è oggi una procedura abbastanza sicura e, in caso di esami diagnostici, il rischio di perforazione è sovrapponibile a quello di una endoscopia tradizionale (circa 0.07%).
Le complicanze legate alla procedura operativa (pancreatite, emorragia, peritonite biliare), anche se rare (2.5%) ed imprevedibili, possono essere gravi.
Il rischio infettivo è sovrapponibile a quello della endoscopia tradizionale.